La RSA a dimensione dell’anziano
Strategie per favorire la conservazione dell’autonomia
venerdì 5 luglio, ore 19
La RSA o Residenza Sanitaria Assistenziale, introdotta in Italia a metà degli anni ’90 come struttura extraospedaliera per anziani, si è rivelata nel tempo un hospice a tutti gli effetti, dove, nel migliore dei casi, chi entra con le proprie gambe, dopo poco tempo non cammina più o, nel peggiore, muore nel giro di pochissimo tempo. È noto che le RSA sono strutture dove nessuno vuole andare. Se da un lato possiamo guardare al modello straniero che prevede un complesso di strutture di supporto, con diversi gradi di autosufficienza e relativa assistenza, la proposta sanitaria italiana è quella di creare un’unica struttura che faciliti non tanto lo spostamento degli anziani, quanto quello degli operatori sanitari che, in un momento di carenza di personale, devono spostarsi, potenziando il personale soprattutto dove non c’è autosufficienza. Partendo dal principio che se la struttura supporta il personale, il personale supporta meglio i pazienti, le RSA devono diventare qualcosa di attrattivo per gli anziani che vorranno andarci di loro spontanea volontà. A tal fine, oltre a creare spazi flessibili e aperti dove le persone possono socializzare o ritirarsi, consentendo la supervisione da parte del personale ridotto, l’architettura dovrà anche prevedere l’accoglienza dei familiari, consentendo loro di vivere con i propri anziani. In futuro, tuttavia, attraverso l’assistenza domiciliare, la RSA avrà un ruolo di regista attivo a distanza, consentendo ai pazienti di continuare a vivere a casa, coordinati e assistiti in un modo diverso rispetto a quello di una badante che spesso non è una figura professionale.
RELATORI
Giorgia De Zottis è Medico Geriatra dell’ULSS 3 Serenissima Distretti 3 Dolo-Mirano e 4 Chioggia, Responsabile della UOS Anziani Non Autosufficienza e Direttore Sostituto della UOC Disabilità e Non Autosufficienza nel medesimo territorio. Si occupa di valutazioni cliniche (in particolare per persone affette da demenza e gravi non autosufficienze da patologia neurodegenerativa e/o esiti di gravi mielo-cerebrolesioni), di valutazioni per invalidità civile, di prescrizione di ausili ad anziani non autosufficienti. Docente del Master, è stata Referente Unico Per i Centri Servizi Anziani nei rapporti con il SISP e la Direzione Socio-Sanitaria durante il periodo Emergenziale Covid19. Partecipa al Tavolo di Lavoro nel Programma Libero “Contrasto dei determinanti delle cronicità” del Piano di Prevenzione Annuale 2020-2025.
Maurizio Striolo è il fondatore dello Studio Striolo, Fochesato & Partners. Ottimo conoscitore della regione Veneto, membro di numerose Commissioni Edilizia, nonché componente della Commissione Beni Ambientali della Provincia di Padova, esercita la libera professione dal 1980, occupandosi di pianificazione urbanistica, progettazione di opere idrauliche e architettoniche, sia pubbliche che private. Nel settore sanitario ha al suo attivo la realizzazione di diverse strutture ospedaliere per enti pubblici e privati e di oltre 20 RSA, progettate con la sfida e l’ambizione di aiutare gli anziani con un’architettura che li supporti nel prolungare la loro autosufficienza nonostante le difficoltà legati ai finanziamenti limitati e alla carenza di personale.
Patrich Villa ha una solida e pluridecennale esperienza in ambito tecnologico (Ascom) con un’attenzione costante verso l’innovazione in ambito sanitario e non solo.
Cino Zucchi è professore ordinario di Composizione Architettonica e Urbana e professore di dottorato in Progettazione Architettonica e Urbana al Politecnico di Milano. Autore di numerosi articoli e libri sulla storia e la teoria dell’architettura, ha partecipato a diverse edizioni della Triennale di Milano e della Biennale di Architettura di Venezia. È stato curatore del Padiglione Italia alla 14a edizione (Biennale Architettura 2014), presidente della giuria del Premio Mies van der Rohe 2015 ed è membro del team internazionale ARE_Living sul tema dell’innovazione dell’abitare. Come architetto ha realizzato numerosi edifici, ultimamente una RSA a Riva del Garda (Brescia).
Massimo Zuin è Direttore dei Servizi Socio Sanitari dell’Azienda Ulss3 Serenissima e ideatore, insieme a Caterina Frisone, del ciclo di tavole rotonde “Sinergie e confronti tra Architettura e Sanità”. Responsabile dell’intera funzione territoriale partecipa, unitamente al Direttore Generale che ne ha la responsabilità, alla direzione dell’Azienda ed in particolare allo svolgimento della funzione di programmazione, allocazione e committenza. Docente del Master con un corso sulla programmazione sociosanitaria e sociale territoriale, concorre al processo di pianificazione strategica, fornendo i pareri obbligatori sugli atti relativi alle materie di competenza.