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L’umanizzazione della cura

venerdì 21 giugno, ore 19

Il concetto di umanizzazione degli spazi di cura (dal latino cura = preoccupazione, sollecitudine per qualcuno) è insito nel termine stesso. Oggi, con questo termine si indicano quei fattori dimenticati che, soprattutto negli ambienti ospedalieri, sono fondamentali per sostenere la malattia: l’architettura, l’arte, l’arredo, i colori, il verde, perfino le attrezzature, che devono essere pensati e organizzati in modo olistico poiché tutto l’ambiente che circonda il paziente deve partecipare al “progetto terapeutico”. In questo senso, il fattore storicamente presente negli spazi di cura dell’uomo è sempre stata l’arte; tuttavia, da quando la medicina si è fusa con la tecnologia, pur riconoscendone il valore nel processo di guarigione, l’arte non è più entrata negli ospedali, privilegiando ambienti asettici e funzionali, a discapito della bellezza. Anche la natura è meglio se tenuta all’esterno, la cui vista, come già dimostrato da Roger Ulrich (1984), contribuisce ad accelerare il processo di guarigione. Non entrando in conflitto con le norme igieniche nella gestione delle infezioni – possibile pericolo quando un’opera d’arte o una pianta viene inserita in un ospedale – la natura virtuale è una valida alternativa, stimolando la vista (ma non gli altri sensi) e, se associata alla pet therapy, appagando il nostro bisogno di verde e di calore.


RELATORI

Monica Botta è architetto, e negli anni ha focalizzato la sua professione su temi sociali, comunicativi e sperimentali, in particolare, si è specializzata in progetti in cui la natura è un mezzo per raggiungere il benessere. Membro del CNETO – Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnologia Ospedaliera, accanto alla professione, svolge attività di docenza presso il Master in “Pianificazione, programmazione e progettazione dei sistemi ospedalieri e socio-sanitari” del Politecnico di Milano, per le tematiche relative agli Healing Gardens. Tra le sue pubblicazioni, “Healing garden. Un giardino terapeutico per anziani, disabili e bambini” (2012) e “Caro giardino, prenditi cura di me. Delicate storie di vita e benessere nella natura” (LDN, 2018).

Tye Farrow ha ottenuto riconoscimenti internazionali per aver progettato luoghi che migliorano la nostra capacità di prosperare culturalmente, economicamente, mentalmente e fisicamente. Inoltre, ha avviato un movimento globale “Cause Health” volto ad aumentare le aspettative per il design come base per la salute totale, che si estende oltre la sostenibilità ambientale e la salute fisica, collegando neuroscienze e architettura. I suoi progetti in Nord America, Asia, Africa e Medio Oriente dimostrano la leadership in questa ricerca visionaria. Il Congresso Mondiale su Design e Salute, con sede a Stoccolma, lo ha identificato come un leader globale che sta dando “un contributo significativo alla salute e all’umanità attraverso il mezzo dell’architettura e del design”.

Massimiliano Colucci, medico, è attualmente Direttore f.f. dell’UOC Direzione Medica 1 dell’Ospedale “San Bortolo” di Vicenza, e responsabile dell’UOS Direzione Medica dell’Ospedale di Noventa Vicentina. È membro del Comitato etico per la pratica clinica dell’Azienda Ulss 8 Berica. È docente a contratto presso l’Università di Padova e ha pubblicato principalmente su temi di telemedicina e bioetica. Si è formato su argomenti quali sanità pubblica e organizzazione, etica e deontologia, e ha conseguito un Baccellierato in Teologia presso la Facoltà Teologica del Triveneto.

Mario Po’ è il direttore del Polo culturale e museale della Scuola Grande di San Marco, Venezia. Direttore del dipartimento economico-finanziario e del personale convenzionato nell’Ulss di Treviso, poi direttore amministrativo nell’Ulss di Castelfranco Veneto-Montebelluna, direttore amministrativo degli Ospedali di Venezia e di Mestre e, infine, direttore del dipartimento tecnico dell’Ulss di Venezia, è esperto di informatica applicata alla sanità e di logistica ospedaliera. Membro di Global Forum, Parigi e consulente di Forum PA, Roma, è consulente per organismi sanitari di Israele e partner della Chiesa cattolica di rito latino di Ucraina, Kyiv.

Giovanni Capitanio, medico veneziano, Direttore dell’U.O.S. di Anatomia Patologica dell’Ospedale Civile di Venezia, Azienda ULSS 3 Serenissima è professore a contratto dell’Università di Padova, sede di Venezia. Esperto del Museo di Storia della Medicina della Scuola Grande di San Marco di Venezia è autore del libro “Curare la città. Dalla pratica anatomica alle invenzioni assistenziali. Otto secoli di vita dell’Ospedale Civile di Venezia”.

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